Testo di Marco Amore

In questa mostra dal titolo volutamente ironico, Roberto Recchioni dà fondo alla sua capacità immaginativa, spaziando da un figurativo dall’atmosfera vagamente gotica – genere che ha contrassegnato la sua ricerca personale a più riprese in questi anni, sia per quanto riguarda l’arte sequenziale, sia per quanto riguarda la più recente esperienza cinematografica di Carne Fredda, progetto episodico prodotto da Adler Entertainment e Red On Productions e presentato in anteprima lo scorso ottobre al Lucca Comics & Games – a tavole in cui si respira lo stile espressionista e inconfondibile di Mark Rothko, in cui la “rockstar del fumetto italiano” esplora un mondo sconosciuto cui anche il pittore statunitense sembra spesso alludere, riportandolo alla grammatica propria dell’arte sequenziale.

È attraverso questi “salti” ampiamente evocativi, compiuti senza mai rinunciare a un’identità stilistica ormai chiaramente nota al grande pubblico, che l’esposizione si fa particolarmente rappresentativa della personalità eclettica di Recchioni, la cui voglia di sperimentare nuovi linguaggi lo rende il prototipo perfetto dell’artista contemporaneo: multiforme, versatile e capace di padroneggiare differenti tecniche esecutive anche nell’approccio allo stesso mezzo espressivo.

Alcune delle tavole presenti in mostra sembrano quasi invitare alla meditazione, cullando l’attenzione dell’osservatore fino ad annullarne il carico cognitivo; altre, tratte dal suo lavoro di romanziere – che lo ha visto pubblicare una saga fantasy per i tipi di Mondadori – nonché dalla sua indiscutibile carriera nel campo del fumetto professionale – dove ha collaborato con le più importanti case editrici operanti in Italia, come Bonelli, Panini Comics e Disney – sono come una sbirciata in un’altra dimensione di cui vorremmo assolutamente conoscere di più; altri ancora hanno un sapore epico, tanto per l’ispirazione – manifestatamente letteraria – tanto per il modo in cui si fondono colori e rappresentazione.

In certi casi – mi viene in mente la splendida tavola del corvo – si respira un rimando al simbolismo tragico di grandi autori del passato come Edgar Allan Poe, oltreché la componente cinematografica, più che fumettistica, della trasposizione di grandi classici del genere che si rifanno a queste atmosfere romantiche e decadenti. E, infatti, a Recchioni, nella sua invidiabile carriera, è capitato perfino di doversi confrontare con i grandi classici della letteratura universale: il risultato è stato la più fedele trasposizione a fumetti mai realizzata dei maestri dell’Avventura, dell’Orrore e del Mistero per Edizioni Star Comics, caratterizzata da un vasto apparato critico a cura dallo stesso Recchioni.

Roberto Recchioni F.E.A.R. Fenomenologia Esistenziale d'Autarchia Romantica.